30 - 12
2013

Medaglia d’oro al Valore Civile
Alla Memoria

ISPETTORE DELLA POLIZIA DI STATO
Data del conferimento: DPR 10/05/2000
Motivazione:
“Con determinazione e incurante del grave rischio personale si introduceva nell’abitazione di un pregiudicato, rimanendo ferito mortalmente durante il violento conflitto a fuoco ingaggiato col malvivente e i suoi complici. Chiaro esempio di non comune ardimento ed altissimo attaccamento al dovere spinti sino all’estremo sacrificio. Trieste, 4 dicembre 2000 .”
Biografia
Venne ucciso il 4 Dicembre nel corso di un conflitto a fuoco con un pregiudicato a Trieste. Quel giorno l’Ispettore Vitulli, appartenente alla Squadra Mobile di Trieste, si era recato insieme ad un collega in Via Lago, nel quartiere triestino di Borgo San Sergio, per arrestare un pregiudicato con una condanna a due anni da scontare. Mentre il collega, un sovrintendente, rimaneva all’esterno dell’abitazione, coprendo l’uscita dal retro l’ispettore Vitulli entrò nella casa del pregiudicato. Pochi istanti dopo il sovrintendente udì un grido da parte di Vitulli “Attento! È armato!” e poi immediatamente dopo quattro colpi di pistola. Il sovrintendente ritornò sull’ingresso in tempo per vedere un uomo ferito da colpi d’arma da fuoco accasciarsi sul pianerottolo dell’abitazione mormorando “…io gli avevo sparato solo un colpo…” . Il Sovrintendente ammanettò il sospetto ed entrò nell’abitazione, scoprendo il corpo dell’ispettore Vitulli, ormai morente. I soccorsi per il poliziotto ed il suo feritore furono inutili. L’ispettore Luigi Vitulli morì nella sala operatoria dell’ospedale. Il suo assassino prima dell’arrivo dell’ambulanza. In seguito la Squadra Mobile di Trieste accertò che Vitulli era entrato nell’abitazione del pregiudicato che doveva arrestate mentre questi ed un altro complice, pregiudicato per vari reati, stavano preparando le armi per una rapina. Era stato proprio il complice ad aprire il fuoco contro il poliziotto con una pistola calibro 9. Il pregiudicato obiettivo dell’intervento dell’Ispettore Vitulli e del suo collega e fuggito dal retro prima dell’ingresso di quest’ultimo, venne arrestato poche ore dopo dalla Polizia nella sua abitazione ai confini con la Slovenia. La famiglia del pregiudicato ucciso accusò il collega di Vitulli di omicidio colposo per avere ammanettato il familiare. Il sovrintendente venne rinviato a giudizio e assolto al termine del processo. Luigi Vitulli lasciò la moglie e tre figli.
Fonti:Giornali “il Piccolo”, “Repubblica”, “Corriere della Sera”